Il gioco 'Acchiapparella'

Ancora più semplice del nascondino: chi “stava sotto” doveva acchiappare gli altri giocatori che fuggivano di corsa per non lasciarsi prendere. Chi veniva toccato stava sotto a sua...

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Ancora più semplice del nascondino: chi “stava sotto” doveva acchiappare gli altri giocatori che fuggivano di corsa per non lasciarsi prendere. Chi veniva toccato stava sotto a sua volta, liberando dal gioco l’avversario.

Di solito il ruolo dell’inseguitore toccava ai bambini piu` robusti, i cosiddetti “cicciobomba cannoniere”…Si era cosi` sicuri di far durare a lungo il gioco, che richiedeva comunque notevoli doti di resistenza fisica. Garantiti dolori alla milza e sudate inenarrabili!

Un lettore collega ‘Acchiapparella’ al gioco ‘L’uomo nero’, una variante a progressione, e mi racconta “Un cacciatore si metteva in mezzo e un gruppo di ragazzi doveva correre da un lato all’altro di una stanza, un cortile, uno spazio. Se l’uomo nero ti toccava diventavi anche tu uno di “loro” e davi la caccia ai tuoi ex fuggitivi tenendo per mano gli altri zombi a mo’ di rete da pesca. Dopo un po’ il campo diventava un ribollire di urli e di disgraziati inseguiti che zompettavano da tutte le parti cercando di evitare la cattura e raggiungere una qualunque parete salvifica. Bisogna correre come leprotti ma con tattiche da rugby americano, anche perché alla fine eri 1 contro tutti e dovevi sfondare o morire. Una volta lo feci, anzi, feci la stessa finta di un fuggitivo che veniva dalla direzione opposta: testa contro testa. Risultato una ficozza (bozzo, bernoccolo) incredibile ed immediata per lui in piena fronte e 4 punti di sutura all’arcata sopraccigliare per me. Non so se mi sono mai riavuto dal trauma; forse per questo la mia mente e’ rimasta cosi’ ‘ferma’ ad allora; avevo 6 anni.

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