
Negli anni ’60 comparvero spesso in RAI le avventure di Filopat e Patafil, due personaggi animati costruiti con materiale di riciclo dal tedesco Gunter Raetz e animati in stop motion.
Si trattava di una meravigliosa serie di brevi storie con protagonisti i due pupazzi animati di nome Filopat e Patafil realizzati con fil di ferro per il corpo e con una pallina di sughero come testa. I personaggi si muovono in un contesto minimalista (a partire dalla sigla), delicato, a contatto con materiale di uso comune (cucchiai di plastica, bottigliette, scatole, spago).
I brevi episodi (ne furono prodotti 49 tra il 1962 e il 1968 di 3/5 minuti l’uno) vedevano il più piccolo, l’intraprendente Filopat, alle prese con alcune iniziative, rovinate dal più grande e meno assennato Patafil.
Le storie hanno come colonna sonora numerosi effetti sonori generati dai due protagonisti nelle loro avventure e musiche sempre piuttosto vivaci.
E’ una serie quasi scomparsa dalla memoria dei telespettatori italiani, ma era un grandissimo esempio di creatività e di produzione televisiva alternativa. Queste storie di Filopat e Patafil non avevano scadenza fissa, ma servivano a riempire quei deliziosi buchi di palinsesto che duravano minuti molto comuni nell’era televisiva pre-pubblicità.
nika67
Io me li ricordo benissimo, tant’è che la definizione di Filopat o Patafil è entrata nel mio lessico famigliare: io e mio fratello (rispettivamente classe ’67 e ’63) ancora oggi la usiamo per descrivere qualcuno di particolarmente magro.