Lo Zecchino d'Oro

Lo Zecchino d’Oro inizia le sue trasmissioni nel 1959 nel teatro dell’Antoniano di Bologna e ha come conduttore il regista e mimo di “Chissa’ chi lo sa?” Cino...

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Lo Zecchino d’Oro inizia le sue trasmissioni nel 1959 nel teatro dell’Antoniano di Bologna e ha come conduttore il regista e mimo di “Chissa’ chi lo sa?” Cino Tortorella nei cinquecenteschi panni del Mago Zurlì, a quell’epoca noto come il Mago del Giovedì.

Con l’orchestra diretta dal maestro Gino Bussoli, si può affermare che lo Zecchino d’oro costituisca la colonna sonora della nostra infanzia, al punto che molte sue canzoni sono popolari ancora oggi: “Quarantaquattro gatti”, “Popoff”, “Il torero Camomillo”, “Il caffè della Peppina”, “Dagli una spinta”, “Il valzer del moscerino” sono note anche ai bambini di oggi!

Durante la propria esibizione ogni bambino che partecipava alla gara era supportato dal Piccolo Coro dell’Antoniano diretto dalla cara e compianta Mariele Ventre. La trasmissione, introdotta da una deliziosa marcetta, era articolata in tre diverse giornate come il Festival di Sanremo, con la finale il 19 marzo, giorno di San Giuseppe ed allora festività…

I momenti canori si alternavano a esilaranti scenette con lo studente di terza elementare ripetente a vita Richetto (l’attore Peppino Mazzullo, voce di Topo Gigio), desideroso di esibirisi con la canzone “Il passerotto” che poi veniva interrotto dal Mago Zurlì che gli faceva notare che in qualche modo lui tentava di barare, e Richetto gli rispondeva con la sua voce acuta: “pignolo”. Trait-d’union e collaboratore del Mago Zurlì è il formidabile Topo Gigio di Maria Perego. Dal 1973 Cino Tortorella abbandona il costume del Mago e indossa abiti normali. Che peccato!

Negli anni ’80 lo Zecchino d’Oro viene poi spostato a novembre, alla sera, ed accoglie bambini di tutte le nazioni dedicandosi ad argomenti importanti come la pace, il razzismo, la fame nel mondo. Da ricordare infine le partecipazioni alle prime edizioni da parte di Cristiano Rossi (Christian, si`!!!), Donatella Rettore e Cristina D’Avena.

Non mancavano naturalmente le imitazioni “trash”: ad esempio a Milano c’era l’Ambrogino d’Oro, cui partecipò Stefano Bellisari (il futuro Elio, ancora senza Storie Tese!); a Torino il “Festival della Mascherina d’Oro”, sponsorizzato dall’editore Gino Sansoni.

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