La bambola ‘Cicciobello’

Le bambine degli anni ’60 e 70 hanno avuto un solo grande amore nella loro infanzia: il bambolotto rosa, o nero, o giallo di Cicciobello. Cicciobello è un...

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Le bambine degli anni ’60 e 70 hanno avuto un solo grande amore nella loro infanzia: il bambolotto rosa, o nero, o giallo di Cicciobello.

Cicciobello è un bellissimo bambolotto con le fattezze di un bimbo di pochi mesi a grandezza naturale: capelli biondi, occhi celesti e due guancette rosse. Indossa una tutina azzurra. Ha sempre un ciuccio in bocca, e piange se gli viene tolto.

Ideato da Gervasio Chiari (vedi foto sotto) nel 1962 e prodotto dalla sua ditta TG Sebino (poi passato a Giochi Preziosi), fu all’inizio disponibile nella classica edizione “biondo in azzurro” e poi negli anni successivi si moltiplicò in diverse versioni.

Nel corso degli anni ’60 e ’70 la bambola di Cicciobello ebbe un successo strepitoso a livello mondiale, affermandosi ben presto come simbolo di intere generazioni di bambine.

Dal sito ufficiale di Cicciobello riprendo la storia di questa bambola negli anni ’60 e ’70:

1962: Benvenuto, Cicciobello!
Occhi azzurri, capelli biondi e 50 cm di altezza avvolti in un completo celeste di lana che sembra fatto a mano: grazie a una felice intuizione di Gervasio Chiari, nasce la bambola che sarà apprezzata in tutta Europa e anche oltre Oceano.

Tradizione e innovazione, che rendono Cicciobello unico e inimitabile, sono le chiavi del successo. Un volto bellissimo, disegnato dallo scultore Silvestro Bellini, e un morbido corpo, realizzato con uno speciale materiale di nuova concezione fabbricato dall’azienda Pezzoli di Cene (Bg), conferiscono a Cicciobello un aspetto realistico che stimola il gioco simbolico del maternage, così importante per affermare nella bambina la propria identità e consolidare l’autonomia. La voce con disco intercambiabile, ottenuta in esclusiva europea dalla ditta giapponese Ozen, permette un’innovazione tecnologica unica per il tempo: Cicciobello senza il ciuccio piange!

Ecco perché l’attraente scatola rossa nella quale la bambola è confezionata insieme alla sua seggiolina – culla in polistirolo, diviene in breve il regalo più ambito dalle bambine fra i 3 e i 10 anni.

cicciobello 1962


1963: Cicciobello super star

Cicciobello si afferma subito come uno straordinario fenomeno di mercato: solo nel secondo anno di produzione, ne vengono venduti centinaia di migliaia di esemplari! È appena l’inizio della popolarità di questa bambola, che si imporrà come uno dei vanti dell’industria del giocattolo italiano nel mondo.

La scelta del nome, un vezzeggiativo perfetto per un dolce pargolo dalle guance paffute, racchiude il concetto di affetto e bellezza, e conquista immediatamente il cuore di mamme e bambine.

Lo scopo dell’inventore, che si esprime nel motto “Noi lavoriamo per chi deve giocare”, è pienamente raggiunto!

cicciobello 1963


1966: L’universo di Cicciobello “si allarga”
Un guardaroba di bellissimi vestitini alla moda, dotato di un completino adatto a ogni momento della giornata, rende Cicciobello ancora più desiderabile.

Sono lanciati sul mercato anche il passeggino Cicciogò, il seggiolone Cicciopappa e la culla Ciccionanna, arricchiti di piccoli accessori, come biberon, piattino, scodella, bavaglino e posate. Belli, funzionali, in plastica, fatti apposta per Cicciobello, consentono di immedesimarsi sempre di più nel gioco della cura del bebè.

cicciobello 1966


1967: Cicciobello amico del mondo
L’africano “Angelo nero” e il cinesino “Ciao-fiu-lin” si affiancano al modello classico. Cicciobello si fa portavoce della fraternità fra i popoli, promuovendo l’amicizia fra tutti i bambini del mondo.

All’avanguardia rispetto ai giorni nostri, la campagna pubblicitaria rappresenta Cicciobello bianco fra le braccia di una bambina nera, quello di colore in mano a una bambina cinese e il bambolotto con gli occhi a mandorla cullato da una bambina bianca. È in assoluto il primo esempio di globalizzazione applicata al giocattolo.

cicciobello 1967

cicciobello adv


1968: Il lancio pubblicitario
La fervida creatività di Gervasio Chiari dà il via a iniziative di comunicazione decisamente innovative per l’epoca: mentre su Topolino e altre riviste di grande diffusione si diffondono le campagne pubblicitarie dell’ormai nota bambola, l’azienda invia a tante giovani mamme lombarde una lettera in cui si annuncia la nascita del morbidissimo Cicciobello e si offre la possibilità di riceverlo per posta… Un’anticipazione delle attuali newsletter!

cicciobello 1968


1971: Vendite a 6 zeri
Anche in una società in forte cambiamento, il gioco con la bambola conserva il suo tradizionale significato: il magico rapporto fra bambina-mamma e Cicciobello si evolve arricchendosi di nuove peculiarità e funzioni grazie alle conquiste della meccanica. Nei primi anni 70 le vendite di Cicciobello superano il milione di pezzi.


1972: Da bello a Bellissimo
Al Premio “Bambolissima di Riccione” Cicciobello conquista il titolo di “bellissimo”, che lo accompagnerà per molti anni. Proprio a Cicciobello Bellissimo sono dedicati un abitino speciale e una confezione degna del titolo.

Per l’occasione il corredo di Cicciobello è arricchito dalla cassettiera per la cameretta Cicciorobe, dal vezzoso parasole bianco a pois celesti (che si può applicare comodamente al passeggino) e da un utile zainetto. E nel decennio che sancisce il predominio della tv, non può mancare fra gli oggetti di contorno della celebre bambola il modernissimo televisore Teleciccio, che suona come un dolce carillon!

cicciobello 1972


1973: Cicciobello nel mondo
All’indomani della Fiera del Giocattolo di Norimberga, l’azienda produttrice sigla con la Russia un accordo di vendita dell’intera linea di fabbricazione di Cicciobello, modelli, stampi e macchine compresi. Anche le bambine russe possono finalmente giocare a fare la mamma con la mitica bambola made in Italy!

Negli anni 70 a Cicciobello è riservato un posto d’onore nei grandi magazzini di tutto il mondo: dalle Galeries Lafayette di Parigi a Harrod’s di Londra, fino Fao Schwarz nella Fifth Avenue di New York. È in vendita anche a Madrid, Zurigo, Bruxelles, Montreal, Hong Kong, Tokyo, Singapore.


1974: I nuovi amici di Cicciobello
Cicciobello non è destinato a restare figlio unico: a fargli compagnia arrivano sul mercato Ciccio Doro, che smette di piangere se viene cullato ed è vestito con un elegante abito di lana bianca con bottoni dorati, e Ciccio buono, che impara a bere dal biberon da solo.

Sulle pagine delle riviste dell’epoca il meraviglioso trio è pubblicizzato con lo slogan “I tre ‘Ciccio'”… Irresistibili!


1975: Il Re delle bambole
Cicciobello è protagonista di investimenti pubblicitari sempre crescenti: il suo bel viso fa mostra di sé sui settimanali Topolino, Il Corriere dei Piccoli e su altre riviste per ragazzi, in campagne stampa che ispirano affetto e creatività; diventano più frequenti le lettere mirate e inaugurano anche gli spot televisivi, ideati dal regista Renato Borsoni.

Si ampliano anche le attività promozionali: Cicciobello è l’ambito premio della rubrica “Se lo sai rispondi…” di Topolino, e di numerosi altri concorsi.

Dal 1972 al 1980 gli automobilisti che transitano sull’autostrada Mi-Ve restano colpiti da una novità assoluta: un cartellone pubblicitario lungo 6 metri, dal quale i tre Cicciobello bianco, nero e giallo, diffondono un messaggio di fraternità e uguaglianza. Un linguaggio che va oltre i confini e le differenze, incredibilmente all’avanguardia per i tempi.

Il marchio Cicciobello si affianca inoltre a varie iniziative legate al mondo dell’infanzia: è unico sponsor del parco giochi Minitalia (Bg), dove si può ammirare, accanto agli storici monumenti lombardi, una riproduzione dello stabilimento Sebino. Il nome della nota bambola compare anche su trenini e motoscafi all’interno del parco.

cicciobello 1975


1976: Accessori imperdibili
“Prima a passeggio con Cicciogò, poi a tavola con Cicciopappa, infine a letto con Ciccionanna”: la Sebino attraversa incolume la difficile congiuntura economica e immette sul mercato una nuova linea di articoli gioco su misura per Cicciobello, molto curati nei particolari. Cicciogò, Cicciopappa e Ciccionanna vengono riproposti in un raffinato restyling: prodotti in Val Gardena con legno della zona, sono più eleganti di quelli tradizionali in plastica.

Anche il guardaroba di Cicciobello si rinnova arricchendosi di un completo per ogni occasione: la tenuta invernale da montagna di Cicciobello Dolomiti e Cicciobello Cervino si affianca a quella estiva di Cicciobello Capri e a quella esotica dedicata al safari. Le bambine possono ora spaziare con la fantasia verso orizzonti assai più ampi di quelli domestici.

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1977: Buon compleanno, Cicciobello!
Cicciobello festeggia il suo 15° compleanno in grande stile! Per l’occasione vengono coniate speciali monete rivestite d’oro e d’argento: le prime sono riservate ai commercianti, le altre vengono regalate a tutti gli amici che passano a salutare Cicciobello al Salone di Milano.


1978: Ciccinobello
Sull’onda del successo della sua bambola più famosa, viene lanciato Ciccinobello, una versione mini del suo “fratello” maggiore. Alto appena 19 cm, morbido, senza voce né funzioni di pianto, è confezionato come Cicciobello insieme a una seggiolina-culla di polistirolo. Lettino, passeggino, vestitini e altri accessori corredano il nuovo arrivato.

Come il suo predecessore, Ciccinobello è subito molto amato: mentre con Cicciobello si gioca in casa, infatti, Ciccinobello è perfetto per essere portato a spasso, amico inseparabile negli spostamenti quotidiani. Affinché il gioco di fare la mamma non finisca mai!

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Varie versioni di Cicciobello

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Ed ecco l’inventore di Cicciobello: Gervasio Chiari

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1 comment

  1. LU

    Giulio,non so lei ma io ricordo un pupazzetto in pantaloncini corti moderatamente muscoloso,se lo prendevi dalla testa e lo schiacciavi per poi mollarlo,saltava facendo capriole,ma la caratteristica era che….cadeva sempre in piedi,tanto che si chiamava ERCOLINO SEMPRE IN PIEDI,lo ricorda?LUIGI

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