I regali dei formaggini: la mucca Carolina

Alimento fondamentale per i bambini italiani degli anni 60 e 70 sono stati i formaggini, non solo perché erano buoni, ma anche perché co le raccolte punti avevi...

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Alimento fondamentale per i bambini italiani degli anni 60 e 70 sono stati i formaggini, non solo perché erano buoni, ma anche perché co le raccolte punti avevi dei regali bellissimo. Come la mucca Carolina, uno dei grandi amori della nostra infanzia.

La mucca Carolina era una mucchina gonfiabile bianca e nera con le mammelle rosa, larga circa cm 40 e alta circa cm 40, che veniva regalata con la raccolta di punti dei formaggini Invernizzi e che veniva cavalcata fino a che non scoppiava o si bucava, poi di corsa a mangiare formaggini per poterne avere un’altra.

La divertente filastrocca della mucca Carolina faceva cosi`: “Io ho una mucca assai pregiata (eh-oh!) e Carolina l’ho chiamata (eh-oh!). Appeso al collo ha un campanon, produce latte a profusion, vale certo dei milion tolon-tolon-tolon-tolon, eh-oh!”.

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Eccovi tutta le vera storia storia della mucca Carolina, compreso il tragico epilogo …

La mucca Carolina soddisfa la voglia di tenerezza, sentimento vivo negli italiani degli anni Settanta, galvanizzati dal miracolo economico, ma intrigati dal ricordo della guerra, con i morsi della miseria e della violenza. Il piccolo schermo è materno, consolatore, soprattutto nei messaggi che escono dal teatrino di Carosello. Anche il pulcino Calimero (Ava come lava) danza su questo proscenio con il guscio sulla testa che sembra un elmetto del contingente australiano. La mucca Carolina è un cucciolo di mucca, una vitellina con cui fare la nanna. Stephen Jay Gould, scienziato di fede darwiniana, descrive la mutazione del Topolino di Disney: in origine malizioso, con il musetto a punta, poi si impaciocca, gli si ingrossa la testa, gli occhi si fanno occhioni. E’ un topo infante che inibisce l’aggressività delle topoline e suscita sentimenti di protezione. Anche la mucca dell’Invernizzi, al contrario di quella buffonesca che scava tunnel e salta steccati, è fatta per strappare le coccole, con lo sguardo da panda, la pelle trapunta di fiori, le mammelle rosa confetto.

Mucca Carolina: “Era la nostra miniera d’oro negli anni bui del dopoguerra”

Ha gli occhi lucidi Maria Rossetto di Cervarese quando ripercorre con la memoria i momenti significativi dei vent’anni trascorsi, prima come operaia e poi come caporeparto, alla fabbrica della “mucca Carolina”. La donna che porta con disinvoltura i suoi 77 anni, tanto da essere una delle animatrici dei soggiorni climatici per la terza età del comune, è stata tra le prime dipendenti assunte e tra le ultime a lasciare l’azienda.
“La mucca Carolina – afferma – è stata per Cervarese una miniera d’oro. Quando abbiamo iniziato a produrla erano gli anni duri del dopoguerra. Gli anni della miseria, soprattutto per la gente che abitava in campagna. Per noi ragazze trovare un posto di lavoro in fabbrica vicino casa era come vincere un terno al Lotto. Ricordo che la giornata in laboratorio passava in fretta. Terminato il turno di lavoro si tornava in fretta a casa e ci si piantava davanti al televisore (chi aveva la fortuna di averlo) in attesa di vedere la pubblicità dei formaggini Invernizzi. Vedere quegli esemplari di plastica costruiti con le nostre mani “viventi” sullo schermo era un’emozione forte. La mucca carolina era bella, di colore bianco, tutta fiorita, con le mammelle tinta carne. Verso la fine degli anni Settanta confezionavamo per la Invernizzi anche la “mucca da mare” e “geo e gea”. Ma non erano esemplari belli come lei”.

Sparisce la “mucca Carolina”: rasa al suolo la fabbrica di Cervarese dei pupazzi gonfiabili dei formaggini

La storica fabbrica della “mucca Carolina” a fianco della chiesa di Cervarese Santa Croce non c’è più. Proprio in questi giorni è stata rasa al suolo dai caterpillar dell’impresa edile Leonzio Ruffato. Al posto del capannone dove per un ventennio – dal’61 all’81 – si sono prodotti milioni di esemplari della leggendario mammifero di plastica dal corpo bianco tappezzato di fiori che veniva dato in omaggio con la raccolta dei punti Invernizzi, sorgerà un centro misto residenziale-commerciale-direzionale.

Il piano di recupero approvato dal comune di quello che oggi è stato ribattezzato “Complesso Bacchiglione” prevede la realizzazione, nel giro di un anno e mezzo, di una cinquantina di alloggi ed alcuni negozi e uffici. Con la demolizione del capannone della “mucca Carolina”, così era stato soprannominato intorno agli anni Sessanta l’edificio, se ne va un pezzo di storia di Cervarese. Nel periodo d’oro dell’iniziativa promozionale dell’azienda milanese di formaggi e latticini – iniziativa che veniva pubblicizzata in tv con lo slogan animato “Invernizzi, invernizzina che bontà …” – la fabbrica era arrivata ad occupare fino a 250 persone. I titolari Aghito e Lenzi andavano a prelevare i dipendenti a domicilio con due pullman in tutta l’area dei Colli e anche fuori provincia. Le persone che hanno operato in quella fabbrica ricordano i ritmi frenetici per rispettare le consegne dei circa centomila pezzi che venivano mediamente commissionati ogni settimana.

All’inizio degli anni Ottanta la Invernizzi, prima di avviare l’iniziativa “Susanna”, decise di commissionare gli ultimi esemplari della mucca ad un laboratorio di Como. Cessate le ordinazioni della “mucca Carolina” lo stabilimento di Cervarese fu trasformato per altre lavorazioni ma non ebbe lo stesso successo. Alcuni dipendenti, operai specializzati nella lavorazione della plastica, allora decisero di mettersi in proprio aprendo piccoli laboratori a Cervarese e nei comuni limitrofi. Alcuni di questi laboratori oggi sono diventati floride fabbriche che producono in gran quantità canotti, salvagente, bracciali da mare e guaine in plastica. “Se all’epoca l’azienda è stata il toccasana per l’occupazione – afferma il sindaco di Cervarese, Simone Campagnolo – ultimamente i capannoni dimessi sono un freno per lo sviluppo urbanistico del paese. Con il piano di recupero che interessa il complesso della “mucca Carolina” contiamo di riqualificare la zona centrale dell’abitato di Cervarese”.

Abbiamo anche un rarissimo reperto fotografico, un gentile amico lettore mi ha inviato una sua fotografia d’infanzia a cavalcioni della Mucca Carolina. E’ stupenda! Eccovela in tutto il suo gonfiore!

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4 comments

  1. Marco63

    Quanti formaggini divorati per aver la mucca carolina o per aumentare l’esercito dei dofini!

  2. robdimo

    Io invece ricordo Ercolino Sempreinpiedi, pupazzo alto come me (nel senso come me quando avevo tre/quattro anni) ottenuto con i punti della Galbani (la concorrenza, formaggini Bel Paese a quintali…) con un peso nella base che lo faceva tornare appunto sempre in piedi. Temo che fosse durato un paio di giorni prima di bucarsi e sgonfiarsi definitivamente.

      1. robdimo

        Non l’avevo vista, ho ancora un sacco di sito da esplorare, scusa… Comunque la nuova interfaccia è molto bella e funzionale, congratulazioni.

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